Protesta di marittimi ex Tirrenia e Deiulemar davanti alla sede della Cin, nel porto di Napoli. I marittimi, per la maggioranza torresi, hanno esternato il loro disagio e, soprattutto, di essere stati “dimenticati da due anni” a seguito dell’acquisizione di “Tirrenia” da parte della Cin (Compagnia Italiana di Navigazione): la quale non li ha ricollocati in servizio, pur avendone diritto, in base ad una sentenza del giudice del Lavoro, del tribunale Tirrenia-Nave

napoletano, nella quale si riconosce “la sussistenza tra le parti di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato” e si condanna la “Tirrenia”, e di rimando la società subentrante, alla “riammissione in servizio” dei ricorrenti. Invece, secondo i dimostranti, non sono stati collocati in servizio, se non per periodi sporadici e di brevissima durata. Secondo l’avvocato D’Orazio che ha seguito la causa per i marittimi: “Si preferisce far lavorare chi non possiede i requisiti di continuità”.

“Con il passaggio di cantiere – afferma il segretario provinciale del sindacato di categoria Orsa marittimi, Raffaele Palomba –, se va bene, si riescono a fare a malapena 70 giorni di lavoro in un anno”. Unitamente ai lavoratori ex Tirrenia sono scesi in piazza anche 200 lavoratori della società torrese Deiulemar shipping, la cui flotta di recente è passata alla maltese Herod ventures limited. I marittimi hanno manifestato la loro inquietudine per il futuro occupazionale: “Preferiscono imbarcare personale extra comunitario”, ha commentato uno di loro. “Dagli uffici della Shipping in via Marconi – ha continuato -, ci hanno paventato il rischio di un non utilizzo dei marittimi italiani sulle navi battenti bandiera maltese”. I due gruppi di marittimi hanno chiesto a gran voce una soluzione dalla Regione. Nei prossimi giorni è previsto anche un incontro in prefettura chiesto nei giorni scorsi dal commissario straordinario di Torre del Greco, Pasquale Manzo, in modo da approfondire i termini della questione e verificarne le possibili soluzioni.