Dopo l’ennesima tragedia il Comitato pro Maresca punta il dito contro l’Asl

La morte di Tommasina De Laurentis è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo, di mala sanità all’ombra del Vesuvio. Una morte che ha portato dieci persone tra medici e infermieri ad essere inseriti nel registro degli indagati, e che ha trascinato nello scandalo il primario del reparto di chirurgia Roberto Palomba. Lo specialista a cui si sono volute additare le colpe della tragedia che ha coinvolto la venticinquenne ha chiesto alcuni giorni di riflessione dopo i quali appenderà il bisturi al chiodo e sarà destinato soltanto a mansioni amministrative. Ma i casi di mala sanità e i disservizi continui degli ultimi anni sono troppi da non spingerci a una riflessione più approfondita che vada oltre la tragedia per errore umano, e che abbracci un più ampio sguardo su un sistema ospedaliero che nell’intento cieco di tagliare i costi della sanità sta producendo soltanto un t aglio continuo alle vite umane. “La Procura della Repubblica e l’Asl Napoli 3 Sud decidono di aprire un’inchiesta. Il punto è: chi aprirà un’inchiesta contro di loro? – questa la domanda chiave in un comunicato degli attivisti del Comitato pro Maresca, che da più di due anni presidiano l’ex reparto di ginecologia del nosocomio – i veri responsabili di questa morte preannunciata sono proprio loro. Da mesi le nostre denunce dormono sulla scrivania del Prefetto, e il Comitato non ha mai ricevuto risposta”. È duro l’attacco del comitato cittadino che, al di là delle colpe dei medici che verranno poi accertate dalla procura, invita ad accendere i riflettori su un mondo in cui le colpe sono molto più sfumate, spalmate qua e là tra i tavoli della mala politica, tra clientelismi e inettitudini della classe dirigente. “Il Comitato pro Maresca non può non essere infuriato nei confronti di chi mette i pochi medici rimasti in condizione di poter compiere gesti simili, dettati da stanchezza e stress”. “Ci hanno rassicurati che il pronto soccorso non verrà tagliato – spiega un’attivista – ma abbiamo bisogno di risposte più concrete, abbiamo fiducia dei neoparlamentari e letti, a prescindere dal colore politico, speriamo che possano portare in parlamento la vertenza”. Infine resta l’impegno del sindaco Malinconico che, ritirate le dimissioni, ha affermato di avere come priorità la riattivazione della chirurgia al Maresca. Adesso che gli irrisolvibili problemi che lo avevano portato a lasciare Palazzo Baronale sono diventati nuovamente risolvibili, riuscirà a portare a casa successi concreti?
Carolina Esposito

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 marzo 2013