Ici al camposanto

(a) Torre del Greco – Nel marzo del 2009 il Comune corallino è salito agli onori delle cronache. Gazzettini e agenzie on-line riportavano: “Da poco abolita l’Ici sulla prima casa, si è deciso di tassare l’ultima dimora. Questo avviene a Torre del Greco, cittadina in provincia di Napoli”. La notizia ha da subito connotato con esattezza il Comune italiano dove un fatto tanto insolito potesse verificarsi. Ci ha fatto pubblicità e ha permesso di ingigantire quella blatera per cui “i napoletani ne sanno sempre una più del diavolo”. Detto fatto, stilato il nuovo tariffario: 15 euro annui per ogni singolo loculo, 10 euro per ogni mese o frazione di soggiorno per la custodia delle spoglie nei box comuni, 36 euro per le riesumazioni, 44 per le traslazioni, più servizi vari a costi vari. “Non è una tassa che ho inventato io – ha detto il primo cittadino, Ciro Borriello – mi sono limitato a rispolverare una legge mai applicata a Torre del Greco. Semplicemente gli amministratori che mi hanno preceduto sono stati, per così dire, un po’ distratti e non hanno preteso l’applicazione rigorosa delle norme”. L’assessore ai servizi cimiteriali allora in carica, Raffaele La Pietra, precisò che la manovra “teneva conto dei tagli agli enti locali stabiliti dal Governo” e che “questi introiti (per una previsione d’incasso di circa 300mila euro per il solo 2009, ndr) non avrebbero tappato buchi di bilancio, bensì sarebbero stati reinvestiti nel progetto di ristrutturazione e ammodernamento del camposanto”.
Simone Ascione

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’1 giugno 2011