Mare inquinato

(a) Torre del Greco –  Gli impianti di depurazione delle acque, da non confondere con l’impianto di depurazione industriale, non funzionano a pieno regime in città. Gli impianti, situati sul territorio di Torre del Greco, rispettivamente a Villa Inglese ed in zona S.Giuseppe alle Paludi, eseguono solo un trattamento primario di pulizia delle acque, per poi sversare il liquido depurato a circa un chilometro dalla costa. La causa è la tecnologia obsoleta degli impianti che, oltre a funzionare male, non riescono ad adeguarsi alle più recenti restrizioni sui parametri circa la depurazione dei reflui. La società che gestisce gli impianti torresi è la GORI s.p.a., che nel 2005 ha presentato un progetto di adeguamento tecnologico autofinanziato delle installazioni al Commissario Tutela Acque della regione. Il progetto è stato bocciato per favorirne un altro, ancora non realizzato, che identifica il depuratore di Castellammare come destinatario dei reflui torresi, attraverso la costruzione di un collettore. Il depuratore di Castellammare, tuttavia, è in fase di riqualificazione impiantistica, lavori che termineranno nel 2012. Dopodiché si dovrà aspettare finanziamenti europei che, passando attraverso la regione, saranno destinati alla costruzione del collettore; tutta l’operazione dovrebbe concludersi nel 2015, tempi alquanto lunghi se consideriamo che il progetto del collettore risale agli anni ‘80, e che fa parte di un più ampio piano per la razionalizzazione di tale settore. Se la depurazione non è completa allora perché pagare il canone di depurazione? Una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito l’illiceità a pretendere il
pagamento di un servizio non erogato, tuttavia ci ha pensato un decreto-legge del 2009 a stabilire che le società idriche possono inserire nella bolletta le note di pagamento relative a “fognature e depurazione”, anche se queste sono in fase “progettuale”. Ampliando lo sguardo oltre il mare di Torre del Greco il rapporto del 2011 di Legambiente traccia un panorama desolante della situazione italiana dove la Campania vince su tutti i fronti (in negativo): vinciamo il premio per il “mare inquinato” con il maggior numero di infrazioni accertate e la medaglia d’oro anche per il “mare illegale”, (i reati più commessi riguardano abusivismo edilizio e proprio la depurazione). Come risolvere il problema e a chi spetta? Ad oggi i poteri del Commissario Tutela Acque sono
passati in capo alla Regione Campania, ed al torrese non resta che sperare che la presidenza decida al più presto di stanziare i soldi necessari per avere un mare finalmente più pulito.
Carolina Esposito
Carmine Apice
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 27 luglio 2011