Nella nostra regione troppe le stutture doppione" non specializzate"

(a) per gli abbonati o in edicola – Torre del Greco – Sul sito del Ministero della Salute si possono consultare i dati delle attività delle strutture sanitarie italiane e, quindi, anche di quelle campane. Dal sito www.ministerosalute.it/servizio/datisis.jsp si possono estrapolare una serie di dati statistici ed economici relativi alle attività gestionali ed economiche delle ASL e Aziende Ospedaliere dal 1997 al 2004. Dalla loro analisi si possono comprendere le motivazioni del disastro della sanità in Campania. Il deficit degli ultimi 5/6 anni ammonta ad oltre 12.000 miliardi di lire. In Campania ci sono 8 aziende ospedaliere, 2 policlinici universitari, 51 ospedali gestiti dalle AA.SS.LL. e 73 case di cura private; tutte “strutture doppione” non specializzate. Perciò tanti campani emigrano per patologie oncologiche, cardiache e di altro genere in altre regioni con una spesa, a favore di queste ultime, di oltre 800 milioni di euro l’anno. In Emilia Romagna ed in Lombardia ci sono rispettivamente 10 e 85 laboratori privati, contro gli oltre 800 della Regione Campania. Per l’assistenza domiciliare la Campania si colloca agli ultimi posti con 160 casi trattati su 100.000 abitanti a fronte dei 2.000 casi trattati in altre ragioni. Il sistema del 118 è disorganizzato, mentre in altre regioni è stata istituita un’azienda regionale del 118 a gestione univoca. L’inefficienza della sanità campana tocca punte di drammaticità nel settore materno infantile e in quello delle cure neonatali nei quali si registra il record negativo con il più alto tasso di mortalità di neonati e bambini in tutta Italia. In tale catastrofico contesto urge un indirizzo regionale uniforme e prudenziale con criteri di remunerazione del privato accreditato diversi dagli attuali. Un privato additato come l’artefice del deficit sanitario campano.

M.C.Izzo



Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea de La Torre 1905 in edicola l’8 luglio 2009