Il Parroco della Basilica di Santa Croce esorta alla calma e alla fiducia

Si è svolto lo scorso mercoledì, con una straordinaria partecipazione della cittadinanza di Torre del Greco, il Consiglio comunale interamente dedicato alla crisi Deiulemar. Tra la rabbia e lo smarrimento dei cittadini accorsi a Palazzo Baronale, erano presenti soprattutto pensionati, madri e padri di famiglia. Tutti preoccupati per i risparmi di una vita.
“Nonostante la problematica non sia strettamente politica, mi sono sentito in dovere di intervenire – afferma il Sindaco Ciro Borriello, che mette le mani avanti e si ripara dalle polemiche di coloro che puntano il dito contro un Consiglio Comunale destinato alla pura spettacolarizzazione e alla propaganda pre-elettorale -. La politica non può disinteressarsi di una faccenda così delicata; non possiamo indurre false speranze, ma possiamo invitare i vertici di Deiulemr – conclude – ad essere chiari e interagire con le Istituzioni e i cittadini”. Sulla stessa linea, gli interventi di Vittorio Cuciniello e Massimo Meo, che propongono un tavolo tecnico per garantire trasparenza su una questione ancora troppo torbida. Taglio polemico per il consigliere Alfonso Ascione, che punta il dito contro la debolezza del sindaco “che non è riuscito a portare in aula nessuno dei vertici Deiulemar, nessuno degli avvocati o dei consulenti”. Interpretazione smentita dalla presenza dall’Avv. Augusta Palomba, vicepresidente del comitato “Noi Deiulemar”. Grande assente annunciato, per impegni di lavoro, l’Avv. Roberto Maviglia, successore del capitano Iuliano e amministratore unico della società, il quale avrebbe già incontrato in separata sede alcuni consiglieri del Pd. L’avvocato, tuttavia, si presenta con un collegamento telefonico foriero di notizie abbastanza positive: viene confermata, infatti, la stipula del patto con cui le “ famiglie Deiulemar” metteranno a disposizione i propri beni personali per le casse della compagnia. Notizia accolta con un applauso, che però non lava via dai volti l’amarezza e lo sconcerto di chi ancora si chiede come si sia arrivati a tutto questo.
Marina Miranda

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 7 marzo 2012