Secondo la Procura oplontina l’ex presidente di Confitarma sarebbe stata la mente occulta

E’ agli arresti domiciliari, su disposizione del Gip oplontino, da circa due settimane: Nicola Coccia, ex Presidente di Confitarma, si trova ad essere coinvolto nel secondo filone d’indagine del crac della Dimaiolines. A tal proposito, lo stesso Coccia ha dichiarato, davanti ai magistrati, di essere: "estraneo ai fatti". In passato il noto commercialista, ex Presidente di Confitarma (Confedera- z ione italiana degli armatori), è stato Presidente del collegio dei sindaci e consulente della società armatoriale torrese della fallita nel 2010. Un crac che ha coinvolto più di 800 famiglie e numerosi risparmiatori e che è stato stimato intorno ai 40milioni di euro. L’accusa che viene mossa a Coccia è quella di bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Il suo arresto ha scosso il mondo armatoriale a livello Nazionale. Coccia ex Presidente di Confitarma (dal 2005 al 2012) è stato il consulente e commercialista di molte società che operavano nel settore marittimo. Il 7 febbraio gli inquirenti hanno notificato un’ordinanza cautelare agli arresti domiciliari del gip, del Tribunale oplontino, a Coccia. L’inchiesta fa riferimento al periodo in cui Coccia è stato presidente del collegio dei sindaci della Dimaiolines (2001-2007). Ma proprio in questi giorni il noto commercialista è stato soggetto all’interrogatorio di garanzia dal parte Gip Oplontino. Interrogatorio che è durato tre ore e durante il faccia a faccia Coccia ha affermato di essere estraneo ai fatti. L’avvocato Sebastiano Giaquinto, legale dell’ex Presidente di Confitarma, al termine dell’interrogatorio, ha presentato una richiesta di revoca del provvedimento cautelare. Carlo Di Maio, Angelo Di Maio e Angela Di Maio si erano sempre difesi dichiarando che: "Pur ammettendo le nostre responsabilità, tanto da chiedere sin da subito il patteggiamento, abbiamo agito in assoluta buona fede e sulla scorta d i consigli e suggerimenti da parte di superesperti, qualificati in materia". Dalle affermazioni dei tre armatori scatta il secondo filone dell’inchiesta che inducono gli investigatori a ritenere che il noto commercialista sarebbe la mente occulta della bancarotta fraudolenta della Dimaiolines. Intanto il Riesame respinge la richiesta di revoca della misura cautelare, scattata il 7 febbraio scorso, presentata dal legale di Coccia che resta ai domiciliari.
Antonio Civitillo

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 13 febbraio 2013