Crollo della facciata di una villa abbandonata a Torre del Greco. Erano circa le 21,30 di lunedì sera, quando a via Cesare Battisti, nei pressi del porto della cittadina corallina, a pochi passi dai Molini Marzoli e di fronte alla scuola media Monsignor Michele Sasso; è venuta giù la facciata di una villa, che per fortuna, essendo abbandonata, al momento del crollo, al suo interno non era presente nessuno. Fortuna anche che in quel momento la strada dinanzi al luogo del crollo era deserta. C’è stata solo tanta paura per le persone che abitano in zona, le quali hanno sentito un forte boato e subito si sono riversate per strada (qualcuno ha pensato all’esplosione di un ordigno o a scosse di terremoto), allertando i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri e i vigili urbani, che arrivati sul posto hanno recintato l’area interessata. La memoria storica di alcuni anziani della zona racconta che la villa è appartenuta alla famiglia nobiliare dei Manfredi e il nome della struttura, in parte crollata, è Palazzo Pedone, dal nome della famiglia che l’ha acquistato all’asta nel 1920. La strada è ancora chiusa al traffico, a causa dei calcinacci crollati che ostruiscono il passaggio delle automobili e temporaneamente è stato istituito il doppio senso per il ponte che immette su corso Garibaldi per consentire il transito nella zona Porto.

“Abbiamo intimato ai proprietari di intervenire subito per la messa in sicurezza dell’edificio – ha detto l’architetto Michele Sannino, dirigente dell’Ufficio Urbanistica del Comune – per la pubblica incolumità. Oltre a liberare la strada dalle macerie devono occuparsi delle parti pericolanti, come un’ala del torrino che non ha contrafforti. Finché non ci saranno tali interventi la strada resterà chiusa al traffico”.

Sempre dal personale tecnico del Comune fanno sapere che l’edificio già era stato puntellato in precedenza per le condizioni fatiscenti in cui versava e per il rischio crollo. Ma proprio contro l’ufficio Urbanistica si scaglia, invece, l’ex assessore al ramo ed attuale capogruppo a Palazzo Baronale di Italia dei Valori, Giuseppe Speranza: “La responsabilità è tutta dell’ufficio d’Urbanistica che non fa rispettare i regolamenti comunali in materia, i quali impongono ai privati la manutenzione degli immobili per una questione di incolumità propria e degli altri cittadini”. A tal proposito ricordiamo l’ordinanza firmata dal sindaco Gennaro Malinconico a metà dello scorso dicembre, la quale, però, era più incentrata a evitare che abitazioni abbandonate e a rischio crollo potessero essere utilizzate come rifugi di fortuna. Infatti, nel documento si leggeva che “è vietato mantenere un immobile in stato d’abbandono, incuria o degrado, tali da consentire l’occupazione e l’utilizzo da parte di soggetti come rifugi o ricoveri di fortuna”. In tal caso si hanno 30 giorni, dalla notifica del verbale di contestazione, per chiudere tutti gli accessi. In caso contrario il Comune provvederà d’ufficio alla chiusura dei varchi d’accesso, con relativo addebito dei costi sostenuti al proprietario dell’immobile. In questo caso è prevista anche un’ammenda pecuniaria di 500 euro.