LOCULI AL CIMITERO

(a) Torre del Greco – Nel Palazzo della politica locale, a via del Plebiscito, l’ultima luce che si spegne la sera è quella dell’ufficio di Antonio Borriello, il portavoce del sindaco (nonché cugino di primo grado), intento a scrivere la prima versione del comunicato che Ciro Borriello ha fatto diramare giovedì scorso per pubblicizzare la realizzazione di “importanti lavori” al cimitero di Torre del Greco. Comunicato che è suonato un po’ anomalo, visto le polemiche corse poche settimane fa, mosse da un’inchiesta, l’ennesima, che vedrebbe una truffa sull’assegnazione dei loculi al cimitero. Alcune voci di corridoio vogliono che il professore-portavoce, Antonio Borriello, abbia ricevuto l’indicazione di volare alto e di preparare, con l’aiuto dei tecnici comunali Vincenzo Sannino e Salvatore Loffredo, un comunicato che lasciasse il segno. Ciro Borriello non vuole farsi tirare la giacchetta e finire nella mischia delle ultime inchieste; è un momento delicato dove conviene fare discorsi di alto profilo ricordando gli atti importanti approvati dalla sua amministrazione, i provvedimenti che consentiranno la “realizzazione di 8 nuove cappelle e di 64 nuovi sarcofagi”. Tutto questo per far dimenticare l’inchiesta (avviata da tempo) sulla “strana” assegnazione dei loculi al cimitero. A sollevare il caso, ricordiamo, fu la denuncia fatta ai carabinieri da una suora che si era vista negare l’assegnazione di un nuovo loculo costruito al camposanto torrese. Da questo caso sarebbero usciti fuori almeno un’altra decina di casi sospetti. Anche se nell’ambiente si mormora, nessun politico locale è stato fino a questo momento raggiunto da avvisi di garanzia (come ci ha tenuto a ricordare l’assessore al ramo, Ferdinando Guarino). Avviso, però, che è stato notificato ad un dipendente comunale. Poi, sempre Guarino ha voluto chiarire che l’anomalia non è da ricercare nel fatto che la suora si è vista “scippare” il loculo assegnatole, dato che sarebbero passati i termini di legge (un anno) per dichiarare il nominativo della persona che dovrebbe occupare la nicchia, ma che questo sia stato poi assegnato a persone che non ne avevano diritto o che, in alcuni casi, neanche avevano fatto domanda di assegnazione. Qualcosa non torna.
Alfonso Ancona
 

Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola l’1 giugno 2011