Torre del Greco – Con il terremoto giudiziario che ha portato all’arresto del sindaco di Torre del Greco, ora si aprono nuovi scenari nell’amministrazione cittadina. Ricordiamo che il 28 luglio scorso, Ciro Borriello, a seguito di un infuocato consiglio comunale, rassegno le sue dimissioni. Dimissioni che, secondo la legge, non sono ancora effettive.

L’articolo 53 del Testo Unico degli enti locali  regola le dimissioni presentate dal sindaco, che diventano efficaci ed irrevocabili trascorso il termine di 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale.

E’ da quel momento, dalla presentazione o dalla comunicazione al Consiglio comunale, che il temine comincia a decorrere. Durante i 20 giorni sindaco, Giunta e Consiglio hanno solo poteri di ordinaria amministrazione.



Quindi, trascorso questo periodo, inizia la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e cessano tutte le cariche politiche, gli articoli 90 e 110 che interessano gli uffici di supporto all’Amministrazione e gli incarichi a contratto.

L’avvio della procedura spetta quindi al Prefetto che nomina un Commissario, detto prefettizio, fino alla conclusione del procedimento di scioglimento che termina con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, entro 90 giorni.

Durante questi tre mesi, sempre con decreto del presidente della Repubblica, viene nominato un commissario straordinario, i cui poteri sono identici a quelli, sommati, del Consiglio, della Giunta e del sindaco. Quindi, formalmente il sindaco, al momento dell’arresto, era ancora al pieno delle sue funzioni. Ora, con la detenzione in carcere, si apre un nuovo scenario, che nessuno aveva previsto.

Infatti, l’arresto è dovuto alla carcerazione preventiva (cioè non è ancora stato fatto il processo) allora ufficialmente gli arrestati non sono colpevoli perché la nostra Costituzione asserisce che si è colpevoli solo dopo la sentenza definitiva. Di conseguenza il sindaco non decade dalla carica.

Tuttavia anche se formalmente in carica, il sindaco stando in galera non può esercitare i suoi poteri e in assenza del primocittadino i poteri del Sindaco sono esercitati dal vice sindaco.

Ufficialmente tale situazione dura fino a quando il sindaco non viene condannato con sentenza definitiva. Solo in quel caso, e con sentenza di colpevolezza, tutte le istituzioni comunali (Sindaco, Giunta e Consiglio) decadono e si torna alle elezioni. Fino ad allora, sarà Romina Stilo, vice sindaco di Torre del Greco, a traghettare il Comune fino alla fine della legislatura, nel 2019. Le uniche possibilità che si vada ad elezioni anticipate sono che Romina Stilo (ma anche tutti gli altri assessori, poiché i poteri passerebbero a quello più anziano) si dimetta; che il consiglio la sfiduci; o che la maggioranza dei consiglieri si dimettano.
Se vincerà l’attaccamento alla poltrona nulla delle prime tre.