Era nella lista dei primi 100 ricercati

(a) Torre del Greco – Fermato dalla Squadra mobile di Napoli nella mattinata di sabato 13 Sebastiano Tutti, 40enne a capo dell’omonimo clan e latitante dal 2007. Accusato di associazione camorristica finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, è stato sorpreso all’interno di un appartamento di via Nazionale. Pochi metri quadri spogli e disadorni, esigue provviste alimentari e beni di prima necessità, sono da ritenersi indizi di una tana solo provvisoria. L’ultimo rifugio di una serie di brevi spostamenti e di una latitanza durata oltre tre anni. Nessuna resistenza opposta agli agenti della questura e del Commissariato torrese dato che, al momento dell’irruzione, l’uomo era solo e stava dormendo. Nel giro di poche ore il Tutti è passato dal covo in cui si rintanava, e dal quale si allontanava solo per rifuggirne in un altro, alla cella del carcere napoletano di Poggioreale, dove è stato trasferito il pomeriggio stesso della cattura.
Secondo gli inquirenti, nel maggio scorso, Tutti era stato il mandante se non l’autore dell’omicidio di Gaetano Di Gioia, reggente dell’organizzazione camorristica operante in zona. Ritenuto responsabile, inoltre, di due attentati dinamitardi a un bar e a una gioielleria di Torre, il noto malvivente avrebbe successivamente costituito un autonomo gruppo criminale che, almeno da un anno a questa parte, deteneva il controllo di tutta l’area vesuviana. Non a caso il suo nome compariva sulla lista dei 100 più pericolosi latitanti in circolazione.
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della Polizia, Antonio Manganelli, per l’efficiente operato. «Un altro duro colpo alla Camorra» ha sottolineato Maroni.
Il pentimento del boss potrebbe aprire nuovi scenari sul fronte della criminalità organizzata.

Simone Ascione



Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 17 marzo 2010