Colpo al clan Di Gioia. Arrestati quattro presunti trafficanti di droga vicini al clan Di Gioia di Torre del Greco. Vincenzo Basile, milanese di 38 anni, Aniello Bianco, 33 anni, Tullio Garofalo, 34 anni, e il 36enne Gennaro Zampini, questi ultimi tre di Torre del Greco, avevano messo in piedi uno scambio commerciale con la Spagna, in particolare coManette-Mani

n concentrazione a Ibiza e a Milano.

Alle prime luci del mattino di giovedì 7 novembre, con un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, militari del nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata, con la collaborazione del nucleo investigativo di Milano e quello della Guardia Civil spagnola, hanno posto in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a firma del giudice delle indagini preliminari, dottoressa Francesca Ferri; a carico di Basile Vincenzo (mediatore, fornitore e corriere di sostanze stupefacenti), Bianco Aniello (custode della sostanza stupefacente), Garofalo Tullio e Zampini Gennaro (mediatori e fornitori della droga), come presunti fiancheggiatori del clan Di Gioia di Torre del Greco, accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante delle finalità mafiose. Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, si è potuto ricostruire come si operava il traffico di droga tra il 2007 ed il 2010 nella città del corallo. Già chiaro il modus operandi, in particolare nel periodo di gestione di Isidoro Di Gioia (succeduto al padre Gaetano al vertice del clan Di Gioia, dopo che quest’ultimo fu ucciso in un agguato a fine maggio del 2009), grazie alle rivelazioni dei primi collaboratori di giustizia, Filippo Cuomo e Maurizio Magliulo. Per un ulteriore chiarimento, a tempi più vicini a noi, per le ricostruzioni sui traffici di stupefacenti del clan Di Gioia, ci hanno pensato le recenti dichiarazioni dello stesso Isidoro Di Gioia e della compagna, all’epoca dei fatti, Cira Ientile, oltre ad altri esponenti di rilievo nello smercio di sostanze stupefacenti, Aniello Pompeo e Marco Palomba. Non solo Milano da bere, ma anche da fumare per la camorra torrese. Vecchi e nuovi collaboratori di giustizia hanno raccontato la medesima storia, ovvero che il mercato della droga torrese si approvvigionava grazie a narcos interni e mediatori autonomi, e che si spostava anche in altri territori, in particolare a Milano. Grazie alle nuove rivelazioni dei pentiti, si è potuto ricostruire la trattativa per l’acquisto di una partita di hashish, da 18 kilogrammi, da persone operanti sulla piazza di Milano, e cioè Vincenzo Basile e Tullio Garofalo; le modalità di trasporto della sostanza: che avveniva tramite l’utilizzo di doppi fondi, ricavati all’interno di apposite autovetture predisposte per il caso; le modalità di pagamento (come acconto per la partita di droga fu consegnato al venditore un orologio Rolex); e le modalità di deposito, affidate ad Aniello Bianco. Proprio quest’ultimo, il 18 luglio 2009, fu tratto in arresto dai Carabinieri di Torre del greco, perché trovato in possesso del quantitativo di 18 kg di hashish, occultati all’interno di un borsone sportivo, a sua volta stipato all’interno di un garage nelle disponibilità dell’arrestato. Nell’operazione di ieri, due degli indagati sono stati fermati a Torre del Greco, uno è stato bloccato a Rozzano (provincia di Milano), mentre un altro, localizzato ad Ibiza, è stato arrestato grazie alla collaborazione della Guardia Civil spagnola. Allo stesso tempo, agli arrestati, in maniera preventiva, sono stati sequestrati beni immobili e mobili per un valore di circa 2 milioni di euro. Nello specifico: 2 appartamenti a Milano, altri 2 a Torre del Greco, 3 autovetture di grossa cilindrata e numerosi rapporti finanziari.

Alfonso Ancona