Commercianti di Leopardi sul piede di guerra. Da alcuni giorni sta girando la voce che, su un vasto terreno di circa 6000 metri quadrati, nei pressi della parrocchia del santuario del Buonconsiglio, su via Nazionale, starebbe per nascere un’area adibita ad aera mercatale. Secondo voci di corridoio, negli uffici di Palazzo Baronale, si starebbe lavorando alacremente per sviluppare un progetto per riempire di bancarelle ed Area-Privata-Zona-Leopardi

ambulanti l’area vicina alla parrocchia del Buonconsiglio. A valutare la destinazione d’uso del terreno in questione, sembrerebbe se ne stiano interessando i tecnici dell’assessorato ai Lavori pubblici, sorretto dal fedelissimo del sindaco Ciro Borriello, Luigi Mele.
Ovviamente a tale notizia, i commercianti della zona, ma non solo, sono insorti. “E’ vero, sta girando insistentemente questa voce – spiega un negoziante della zona di Leopardi – , e per quanto mi riguarda ci credo. Chiaramente non sono d’accordo, ma non per una questione di concorrenza, ma semplicemente perché, ancora una volta, si cerca di sottrarre aree verdi alla città. Invece di realizzare questo mercato – chiede polemico il commerciante – non sarebbe più utile realizzare un parco pubblico attrezzato, visto che in questa zona della città non esiste?”. Questa proposta di dotare di uno spazio verde attrezzato trova largo consenso anche tra gli abitanti della zona. Utilizzare quella terra abbandonata per fare un parco pubblico, secondo alcuni, potrebbe migliorare la qualità della vita dei residenti di Leopardi, già mortificata dalla presenza di discariche di rifiuti. L’idea, comunque, di far nascere su quel terreno un’area mercatale non è nuova. Infatti, già durante l’amministrazione Ciavolino, fu creato un consorzio il quale per un lungo periodo ha pagato migliaia di euro per il fitto del terreno con la speranza di far nascere un grande mercato a cielo aperto nella periferia torrese. Ma per lungaggini burocratiche e , anche allora, per le proteste dei commercianti della zona il tutto naufragò. Infatti, a bocciare l’iniziativa all’epoca, in particolar modo, furono proprio la categoria dei commercianti che vedevano l’iniziativa una minaccia per i loro interessi economici. Ora, per loro, la minaccia sembra forse ritorna.