L’on. Luisa Bossa presenta interrogazione al Ministro Clini

“Le condizioni del mare di Torre del Greco sono, al momento, pessime; vige da oltre 30 anni il divieto di balneazione, con gravi conseguenze sia sulle aspirazioni turistiche della cittadina sia sulla salute dei suoi abitanti”. Ha assunto la forma di un appello urgente e disperato, l’interrogazione che l’ On. Luisa Bossa ha inviato al Ministro per l’ambiente Corrado Clini; una promessa strappata all’ex sindaco di Ercolano durante l’incontro su “depurazione e balneabilità” organizzato lo scorso 5 ottobre dal Partito Democratico cittadino.
Dopo nemmeno trenta giorni, la concertazione si è tradotta nella speranza di un’ iniziativa ministeriale concreta, “al fine di garantire una soluzione ad una vicenda grave che espone un t ratto significativo della nostra costa a inquinamento”. Torre del Greco, nel vecchio progetto di disinquinamento del Golfo di Napoli, era infatti destinata a collegarsi al collettore comprensoriale di Foce Sarno, un progetto costoso che non ha visto la luce e che al momento non risulta più nemmeno finanziato; i fondi ad esso destinati, infatti, furono dirottati dalla vecchia amministrazione comunale sull’emergenza rifiuti.
“Il comune di Torre del Greco possiede lunghi tratti costieri di notevole pregio” – recita ancora la missiva – “ in alcuni Comuni limitrofi, grazie ad iniziative congiunte tra Cipe, Regione Campania ed enti locali, si è riusciti a realizzare iniziative importanti. Per Torre del Greco, al contrario, non risultano interventi previsti”. Intanto, la n uova amministrazione comunale ha chiesto più volte un confronto con il governo regionale, al fine di addivenire ad una soluzione del problema; il Partito democratico, infatti, ha studiato la possibilità di dividere il territorio in tre porzioni così da ridurre le dimensioni originarie del collettore. La parte della città confinante con Ercolano, si collegherebbe alla depurazione di Napoli Est, la parte confinante con Torre Annunziata si collegherebbe al collettore Foce Sarno, mentre la zona centrale si collegherebbe al depuratore di San Giuseppe alle Paludi rimesso a sistema. Una seconda ipotesi, ben più economica e veloce, prevede invece la “rifunzionalizzazione” dei due impianti già esistenti.
Marina Miranda

Articolo pubblicato sull’edizione cartacea in edicola il 7 novembre 2012