DAL CANTUCCIO DI CLESO

Egregio Direttore del giornale "La Torre",
in numerosi articoli del vostro giornale, che seguo da anni, si è spesso parlato della Piazza dedicata ai caduti di Nassirya. Passeggiando in quella zona ho notato, oltre i numerosi rifiuti e bottiglie di vetro disseminate dai giovani che vi sostano di notte, che la stupenda fontana non è piu’ funzionante e l’acqua ristagna con evidenti problematiche igienico- sanitarie (come si puo’ vedere dalla foto). Del resto anche quando in funzione, la bellissima ed unica fontana di Torre del Greco provoca danni in termini di sicurezza stradale, considerata l’ingente quantità di acqua che fuoriesce dalla stessa. In compenso strisce blu e riscossione del ticket per il parcheggio sono sempre efficienti. In ogni caso, poiché questo novembre ricorre il 5° anniversario della strage di Nassiriya, ho cercato invano un monumento, un ceppo, una targa, una lapide , o piu’ semplicemente la prevista cartellonistica comunale con la dicitura esatta. Tuttavia questa denominazione non appare su nessuna mappa della città, né tantomeno sui navigatori satellitari in commercio piu’ aggiornati. Dopo numerose ricerche presso gli Uffici competenti ho scoperto che non esiste attualmente una delibera che parli di Piazza "Martiri di Nassiriya" e che la piazza fu aperta a sorpresa e senza alcuna inaugurazione ufficiale in concomitanza con il primo giorno della Festa dei Quattro Altari nel luglio 2007. Nel dubbio numerosi rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, tra cui i presenti alla piu’ recente inaugurazione della statua a San Giuseppe Moscati, usano la denominazione Piazza "Martiri di Nassiriya". Nel frattempo in tutta Italia e nel mondo, numerose sono le commemorazioni in onore dei 19 connazionali che hanno perso la vita in Iraq nella strage el 12 novembre 2003. Sebbene discutibile e poco consona l’ubicazione di una Piazza dedicata ai caduti per la Patria in un semplice parcheggio spesso disturbato da schiamazzi notturni, appare quantomeno d’obbligo una semplice commemorazione con la deposizione di una corona in occasione dell’anniversario. I nostri politici, prima di pronunciare i nomi dei nostri caduti ed inorgoglirsi con progetti incompleti dovrebbero informarsi e dare il giusto risalto a tali iniziative. Le piazze, le commemorazioni, le tradizioni vanno tenute vive con l’impegno e le programmaticità d’intervento, altrimenti si trasformano in una cinica strumentalizzazione o peggio un semplice strumento per risanare le casse comunali. Non è questo il messaggio da lanciare ai nostri giovani ed ai familiari dei circa 40 connazionali in totale che hanno perso la vita in Iraq nell’ultima missione di supporto alla pace al servizio della Patria.
Carmela Borrelli
Articolo già pubblicato sull’edizione cartacea La Torre in edicola il 26 novembre 2008